Il provvedimento per “l’individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie” (numero 229/2014), ribattezzato “Cookie Law” ha fatto il suo debutto il 2 GIUGNO 2015. Restano però poco chiare le reali finalità di quello che sembra essere un pasticcio male interpretato e concepito ancora peggio; tra l’altro con un considerevole ritardo rispetto alla legge madre, approvata dalla Commissione europea nel 2011.

La confusione non riguarda tanto i cosiddetti “cookie tecnici”, che permettono la memorizzazione di dati quali nomi utenti e password per l’accesso ai siti o alcune impostazioni particolari quali, per esempio, la dimensione dei caratteri di una specifica risorsa web, ma riguarda più che altro i “cookie di profilazione”, laddove il provvedimento diventa perlopiù inutile e, dal punto di vista degli inserzionisti, persino dannoso.

Il problema della privacy policy e la cookie law è che bisogna inevitabilmente affidarsi a dei professionisti per realizzare le proprie policy in maniera ineccepibile. Questo perché quello che andrà scritto e segnalato al visitatore del vostro sito, è molto differente se avete un blog informali di quelli che si trovano in rete a disposizione in maniera gratuita, o un sito di e.commerce con profilazione clienti e spazi pubblicitari dinamici gestiti da parti terze.

Al di là di come la pensiate su questa legge, resta inteso che DOVETE ADEGUARVI. In caso contrario, si parte da un minimo di seimila euro di ammenda, per arrivare anche a 120mila euro. Meglio darsi da fare, giusto?