Le buche sulle strade sono un vero e proprio segnale di degrado, oltre che in pericolo da non sottovalutare per chiunque si muova in città con qualsiasi mezzo, anche a piedi o in bicicletta. Causa di incidenti e danni a cose e persone, talvolta anche gravi, le buche stradali sono il problema maggiore alla viabilità di tutte le grandi città del pianeta. Se in Italia però delle buche stradali se ne parla soltanto, all’estero alcuni artisti hanno deciso di affrontare questo annoso problema effettuando una protesta più creativa a divertente. Una forma di guerrilla marketing che prende il nome di “pothole gardner“, “pothole knitting” e “pothole mosaic“. Guardiamoli uno per uno.
Dall’asfalto possono nascere i fiori? Questa è la domanda che si posta di certo nel marzo 2010 Steve Wheen quando ha iniziato a dare vita lungo le strade di Londra, al suo progetto di guerrilla gardening. Il suo lavoro prevede la trasformazione delle buche che affliggono la vita di pedoni, automobilisti e ciclisti, in deliziosi giardini in miniatura fioriti. Le buche stradali, grazie al pothole gardening, praticamente scompaiono, insieme al rischio che esse si possano trasformare nelle cause principali di incidenti. Nozioni di giardinaggio e tanta creatività, hanno portato alla creazione di queste opere che appaiono sempre più apprezzate.
Differente approccio, invece è quello di Juliana Santacruz Herreha che a Parigi, mutuando il concetto di “”guerrilla knitting” (una particolare iniziativa che tende a ricoprire di colorati lavori ad uncinetto cose di uso comune, monumenti, alberi) ha creato il suo personale “pothole knitting” che consiste per l’appunto, di riempire le buche, con lavori all’uncinetto colorati al fine di mettere ben in evidenza dove si trovano le buche stradali e le varie crepe che riempie con i suoi coloratissimi fili intrecciati.
Infine l’americano Jim Bachor ha deciso di donare alla sua città, Chicago, un servizio altrettanto bello e forse persino più funzionale. Infatti, se nei primi due casi i risultati sono bellissimi da vedersi, di certo non migliorano la circolazione, specialmente quella automobilistica. Jim Bachor però, con il suo “pothole mosaic“, riempie le buche cittadine con splenditi mosaici che lui stesso integra nell’asfalto, dopo aver livellato la buca al livello stradale con i medesimi strumenti che adopererebbero le squadre comunali per chiudere la piccola o grande voragine creatasi nel manto stradale. Quanto tempo devono attendere i cittadini le riparazioni ufficiali? Sarebbe proprio questa la domanda che ha dato il via alla missione di Jim Bachor di rattoppare le buche stradali in modo insolito. Un bell’esempio da cui prendere spunto in tutti gli ambiti che riguardano i beni comuni.
Ancora una volta, l’arte entra al servizio della società e sono i cittadini stessi a scendere in campo per migliorare la situazione. Pensate che in Italia simili interventi di riparazione potrebbero incontrare il favore di ciclisti, automobilisti e pedoni?